Jigorō Kanō

Kano nacque a Mikage, un villaggio nei pressi di Kobe, il 28
ottobre 1860. Morta la madre, la famiglia si trasferì a Tokyo,
proclamata capitale con la “restaurazione Meiji” del 1868.
Conseguì il diploma alla scuola di lingue straniere, imparando alla
perfezione l’inglese, e s’iscrisse all’Accademia (poi Università)
Kaisei. D’intelligenza vivissima, ma di gracile costituzione, il
giovane Kano subiva la prepotenza dei compagni.
Nel 1877 cominciò a praticare con passione il jujitsu, in quel
tempo assai screditato, impegnandosi in duri allenamenti
(sempre ricoperto di unguenti per medicare le numerose piaghe,
era soprannominato “il profumato”). Fu allievo di Hachinosuke
Fukuda e Masatomo Iso, della scuola Tenshin-shin’yo, dai quali
apprese in particolare le tecniche di controllo (katame-waza) e
di percussione (atemi-waza), venendo in possesso dei libri
segreti della scuola (densho) dopo la loro morte. Conobbe
quindi Tsunetoshi Iikubo, esperto della scuola Kito, da cui
apprese soprattutto le tecniche di proiezione (nage-waza) e di combattimento con l’armatura
(yoroi-gumi-uchi). Mentre progrediva con sorprendente facilità, penetrando i segreti dei
diversi stili, nel 1881 ottenne la laurea in lettere e cominciò ad insegnare al Gakushuin, la
Scuola dei Nobili.

La prima palestra

Nel 1882 Kano aprì una palestra (dojo) di appena 12 materassine (tatami) nel tempio shintoista
di eisho a Shitaya, radunandovi i primi allievi: nasceva così il Kodokan («luogo per studiare la
Via»), dove il giovane professore elaborò una sintesi di varie scuole di jujitsu. Il nuovo stile di
lotta, non più soltanto un’arte di combattimento, ma destinato alla divulgazione quale forma
educativa del corpo e dello spirito, venne chiamato JUDO («Via della cedevolezza / flessibilità»):
come precisò Kano nel 1922, si fondava sul miglior uso dell’energia («seiryoku-zen’yo«) allo
scopo di perfezionare se stessi e contribuire alla prosperità del mondo intero («jita-kyoei«).

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